Concetto di “libro aperto”
Iniziata la stesura dell’opera, mi accorsi che il materiale trovato, e che continuamente reperivo necessariamente per la sua stesura, era veramente numeroso, e troppo poco tempo avevo per gestirlo. Il tempo che riuscivo a dedicare per una tale opera era concretamente troppo poco, e il rischio era quello di impiegare troppi anni per finire di scriverla e, nella peggiore delle ipotesi, che perdessi le motivazioni nel farlo.
Mi venne in aiuto un passaggio di Giovanni Lilliu col quale esprimeva la consapevolezza delle instabili condizioni della ricerca quando condotta in fasi preistoriche e/o protostoriche, a causa del continuo divenire dei dati a disposizione del ricercatore, anche in seguito ai continui ritrovamenti archeologici.
Questo passaggio mi fece capire che il libro che mi accingevo a scrivere era uno di quelli che non avrei mai finito di aggiornare e di rivedere, forse anche profondamente, nell’arco dell’intera vita. Questo tipo di libro mi piace chiamarlo “libro aperto”, e nel mio caso sono stato costretto a tenerlo aperto, anche volutamente, per mancanza di tempo.